Intervista sul mio libro: “Realtà, Necessità, Conflitto”
n prima approssimazione possiamo dire che essere realisti politici significa prestare la dovuta attenzione alla realtà politica. Chi manca di realismo invece ignora, colpevolmente o meritoriamente, qualche aspetto di tale realtà. Ovviamente questa tesi molto generale va poi qualificata sotto diversi aspetti: perché dobbiamo prestare la dovuta attenzione alla realtà? In che senso essa vincola gli individui che la abitano? Quali caratteristiche specifiche possiamo riscontrare nella realtà politica? E da ultimo come e perché l’attore politico deve tenerne conto? Per rispondere a queste domande è essenziale riscoprire la tradizione realista della filosofia politica, isolando gli elementi di continuità presenti tra i suoi variegati pensatori.
Ernest Renan: Che cos’è una nazione?
In questo breve saggio Ernest Renan propone un’accorata difesa dell’idea di nazione. Nonostante sia stato pubblicato a fine Ottocento, il tema è tornato di attualità in virtù della recente riscoperta, in vari paesi europei, delle rispettive identità nazionali. Questa rinascita culturale e politica dell’idea di nazione è per certi versi sorprendente. Dopo la tragedia delle grandi guerre del ventesimo secolo, l’identità nazionale ha smesso di giocare un ruolo di primo piano nel dibattito politico dei paesi europei. In molti hanno dunque pensato che la nazione fosse un residuo ideologico del passato di cui le moderne democrazie non avevano più un grande bisogno. Inaspettatamente tuttavia, le sopite identità nazionali sono state risvegliate dai partiti sovranisti, per diffondersi poi anche in molti partiti tradizionali. È importante dunque rileggere le riflessioni di Renan, per capire come possano illuminare una questione cruciale della politica contemporanea.
Essere realisti: istruzioni per l'uso
Nel dibattito pubblico spesso si sentono richiami ad adottare un maggiore realismo, a volte rivolti alle decisioni di alcuni politici, altre volte diretti invece ai cittadini stessi. Ma che cosa vuol dire essere realisti? In un’accezione generale essere realisti significa evitare di votarsi ciecamente a ideali irraggiungibili. Con un significato più tecnico, invece, per realismo si intende un modo disincantato di guardare la politica come essa è, non come dovrebbe essere.
Re-solidarizing Europe and defusing the crisis
In this time of virulent Euroscepticism, the very idea of the Union is under attack. The deep root of the unending succession of existential crises is the sharp misalignment between the high degree of integration reached by the EU, its authority structure, and the absence of solidarity to sustain it. Dangerous forces feed on the lack of awareness among national and European politicians, being the true reason for this prolonged instability.
Solidarietà Europea: Le tre utopie e la stretta strada del realismo
Che cosa rende un ideale utopico? Il termine, come è noto, significa non-luogo e deriva da Thomas Moore. L’utopia è un concetto tragico: positivo perché delinea una condizione in cui vorremmo essere, e negativo perché ne sottolinea l’assoluta irraggiungibilità. Ma l’utopia in politica è soprattutto negativa, perché nasconde costi alti e conseguenze imprevedibili. Nel caso dell’Unione Europea le utopie sono diverse…
Solidarity, Charity and Stability
Solidarity is often seen as decoupled from, or even in tension with, issues of stability and order. This is an unnecessary and dangerous juxtaposition. A realistic reading of solidarity can highlight the connection with the idea of stability and—contrary to cosmopolitan interpretations—show that solidarity is, in the long term, in the enlightened self-interest of the better off.
Fraternity: a realistic starting point for solidarity in the EU
Appeals for more solidarity within the European Union are ever more frequent in the European public discourse. Well-known philosopher and public intellectual Jürgen Habermas, for example, thinks that we may expect the EU’s constitutional process culminated in the Lisbon Treaty, with its emphasis on democratic procedures, to lead to some post-national form of ‘civic solidarity.’ The latter could in turn provide fertile ground to the legitimacy of the European project. As he reminds us in his latest volume, one of Europe’s key political questions is today to what extent ‘the populations of the Eurozone now find themselves in a historic setting which calls for ‘solidarity’.’