Nel dibattito pubblico si sente spesso invocare maggiore realismo. Ma che cosa vuol dire essere realisti? E per quale motivo dovremmo esserlo? Questo libro distilla il pensiero della tradizione realista in quattro tesi fondamentali per comprendere la politica attuale. Primo, la realtà esterna è dolorosamente indipendente dai nostri desideri, e bisogna guardarsi dall’idealismo di chi sopravvaluta la capacità dei valori di affermarsi nel mondo in virtù della loro supposta verità. Secondo, alcuni caratteri di questa realtà non possono essere modificati, e va evitato l’utopismo di chi aspira a mondi attraenti ma irraggiungibili. Terzo, la realtà politica dipende dal fatto che il bisogno di vivere assieme è inesorabilmente minato dal conflitto. Per questo occorre evitare il moralismo, di chi concepisce la politica come un educato scambio di ragioni. Quarto, l’attore politico deve considerare attentamente i mezzi a sua disposizione, la probabilità di successo e le inevitabili conseguenze. Così facendo, il realismo combatte l’intellettualismo di chi si limita a contemplare alti ideali, ma non si preoccupa di realizzarli nel mondo. Le diverse implicazioni di queste quattro tesi compongono un utile guida per l'azione di ogni politico, o aspirante tale.