Solidarietà Europea: Le tre utopie e la stretta strada del realismo

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Che cosa rende un ideale utopico? Il termine, come è noto, significa non-luogo e deriva da Thomas Moore. L’utopia è un concetto tragico: positivo perché delinea una condizione in cui vorremmo essere, e negativo perché ne sottolinea l’assoluta irraggiungibilità. Ma l’utopia in politica è soprattutto negativa, perché nasconde costi alti e conseguenze imprevedibili.

Nel caso dell’Unione Europea le utopie sono diverse. L’utopia più ovvia è che si possa arrivare rapidamente agli Stati Uniti d’Europa, come immaginati dai padri costituenti. Vi è però anche un’utopia più cupa: che il progetto di unità europea sia reversibile senza altissimi costi economici e soprattutto politici. L’idea è che sia possibile riportare indietro le lancette della storia a una presunta età dell’oro. Anche questa strada, in realtà, non porta dove i suoi sostenitori vorrebbe andare.

C’è però anche un’utopia meno scontata, quella dell’immobilismo: che sia possibile continuare ad andare avanti con piccoli aggiustamenti, senza considerare gli squilibri strutturali dell’Unione che alimentano una destabilizzazione profonda, risolvibile solo con radicali riforme. Questa è un’utopia non perché non possiamo arrivarci, ma perché non possiamo rimanerci.

L’unica strada realista naviga tra l’utopia degli Stati Uniti d’Europa e l’utopia dell’immobilismo. Il realista vede le difficoltà nel raggiungere una federazione europea, ma vede anche le tensioni interne che minacciano di dilaniare le istituzioni attuali. Entrambe queste vie non sono realmente perseguibili, e ad entrambe il realista risponde rimarcando la necessità di una serie di riforme, anche profonde, che rinforzino la stabilità dell’Unione politica europea.

In questa ottica è importante recuperare la nozione di solidarietà, parola spesso usata dalla politica senza comprenderne il senso. La solidarietà non è un concetto morale, ma politico, ed è distinto dalla carità, che è spontanea e universale, e dalla fratellanza, che si riferisce a un mero sentimento emotivo. La solidarietà è al contrario legata alla reciprocità, ed è una necessità che emerge all’interno delle relazioni cooperative per stabilizzarle. In questo senso una maggiore solidarietà nell’Unione Europea ha sia una giustificazione economico-funzionale, vista la necessità di trasferimenti fiscali per compensare gli squilibri macro-economici, ma soprattutto una giustificazione politica, cioè cementare la cooperazione nell’Unione.

Ma è questa una strada realista per l’Unione Europea? Uno studio recentemente commissionato dal progetto REScEU (www.resceu.eu) diretto da Maurizio Ferrera dell’Università di Milano suggerisce di sì, trovando che il 61% degli europei vede nella protezione sociale la principale priorità dell’Europa, e persino in Germania più della metà degli intervistati ritiene desiderabile fornire assistenza economica ai paesi in crisi.

La solidarietà è un’esigenza profondamente realista delle unioni politiche, in quanto rappresenta il collante necessario per tenerle insieme, e per resistere agli urti esterni e alle tensioni interne. In questo senso, la ricerca di una maggiore solidarietà è perciò l’unica strada realista per l’Unione Europea.

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